Filo Diretto | Novembre
Novembre 1, 2014 2014-11-01 12:00Filo Diretto | Novembre
Gentilissimi Genitori,
l’azione educativa, secondo la pedagogia lasalliana, prende sempre avvio dalla situazione concreta dei ragazzi e tiene conto dell’ambiente sociale in cui vivono, delle loro esperienze personali e della loro vita famigliare. Il ragazzo è considerato dall’educatore con realismo e con molto senso pratico, cioè con il suo bagaglio di qualità e difetti, le prime da valorizzare, i secondi da eliminare, sempre comunque con speranza e ottimismo, in quanto, là dove l’azione umana sembra non ottenere grossi risultati, l’educatore ha fiducia che in qualche modo agisca la grazia di Dio. Per questo si affida alla preghiera, durante la quale presenta a Dio i propri alunni e le difficoltà che incontra nella missione. Il La Salle esorta così i suoi maestri: “Dovete salire ogni giorno a Dio durante la vostra preghiera, per imparare da lui ciò che dovete insegnare loro; dovete poi scendere verso di essi e adattarvi al loro livello per insegnare loro le verità comunicatevi da Dio sia nell’orazione che nei Libri santi” (MTR 6,1). Nei due verbi, scendere verso di essi e adattarsi al loro livello, è racchiuso il segreto della pedagogia lasalliana, cioè, la centralità dell’alunno, il rispetto della sua persona e dei suoi ritmi di crescita, l’interesse per la sua vita scolastica ed extrascolastica, dove risultano fondamentali la vigilanza e l’accompagnamento amorevole e fraterno. È chiaro che la condizione indispensabile per il buon successo della missione educatrice sia la prevenzione, infatti, scrive ancora il La Salle: “Dovete aver cura di allontanare gli alunni da tutto ciò che può corrompere i loro costumi e, in particolare, dalle cattive compagnie” (M 111,3).
Fratel Mario Chiarapini